Il Rogo

Un banalissimo tweet.
Un microscopico esperimento “pseudo letterario”.
La domanda è questa: possono le nuove tecnologie contribuire alla creazione di contenuti tradizionali?
L’argomento è complesso, e la risposta in questo caso è una mezza bugia, poichè “Il Rogo” , racconto/pillola scritto a due mani a colpi di tweet fra me e @IlFratus, nasce per scherzo (e per scherzo viene presentato, non createvi grandi aspettative) sul celebre social network dell’uccellino,  e finisce dritto dritto su queste pagine senza passare minimamente dal via.
Nessuna correzione, nessun canovaccio, nessuna stesura. Nessun albero abbattuto.
Quanto di più lontano possa esserci dalla  genesi di un racconto, per quanto pessimo, scritto su carta.
Troppi paroloni per voi?
E allora levatevi dal cazzo.

La vide ardere nel fuoco,urlante,mentre si contorceva come un ramoscello secco.

La folla, inerme e ammutolita si chiedeva come il Re , appena rientrato dalla campagna nelle terre oltre il valico, avesse potuto mettere al rogo la regina.

Come potevano conoscere,  stolti, l’ancestrale rito di sangue e di carne che li legava?

La vide ardere ma lo sapeva:

ella sarebbe morta è vero, l’amore di tutta una vita sacrificato per permettere, come ogni volta, il ritorno della Dea.

La guerra sarebbe calata dal Nord, senza rimorsi, fra fragore di scudi e urla grevi di tamburi da battaglia.

L’invasione cruenta degli Scuri era sempre avvenuta nelle notti buie, dove il candido colore della loro pelle, da qui il denigrante “scuri”,  li rendeva spettrali e sinuosi, come serpenti assetati di sangue.

Ma questa volta qualco’sa era cambiato;

 si narrava di un predone, un Signore della Montagna,  che li avrebbe condotti,  eliminando così la causa della loro precedente disfatta.

L’assenza di un capo che li sapesse guidare aveva sin’ora evitato l’ombra della guerra.

Ma ora, sotto la guida feroce del Signore dei Monti, le città del Nord erano in pericolo.

La Dea, antico essere ancestrale era stata evocata. Ma era la cosa giusta da fare? Schiavitù in cambio di vittoria?

Si avvolse nel pesante tabarro di lana, tremando nell’aria gelida di quel logoro inverno: l’inizio dell’olocausto era vicino.

Foto di Louis KIRNER su Unsplash